Storia della depilazione dagli esordi ad oggi.
Al giorno d’oggi è normale sentir parlare di depilazione, cerette, laser o rasoi, ma c’è stato un tempo in cui le donne non dovevano preoccuparsi di eliminare i peli. Averli era normale e nessuno ci faceva caso più di tanto.
E poi? Cosa è cambiato? Quando abbiamo iniziato la guerra spietata ai peli superflui?
Leggi anche: Irsutismo mento: la causa e le cure definitive.
La depilazione nel passato.
Cominciamo davvero da lontano, parlando del rapporto che avevano con i peli i nostri antenati dell’età della pietra.
In questa fase infatti, uomini e donne si radevano completamente la testa ed il viso, per questioni certamente non estetiche! La ragione di questa pratica era la sopravvivenza. Lo facevano infatti per evitare che durante lotte e battaglie il nemico potesse afferrarli con facilità, appunto servendosi di barba e capelli lunghi.
Anche nell’antico Egitto era diffusa la pratica della depilazione, per meglio dire dell’epilazione. Gli Egizi infatti, procedevano alla rimozione dei peli dalla radice attraverso l’utilizzo di paste appiccicose, le antenate delle nostre cerette.
Per loro, i peli erano considerati indice di sporcizia ed inciviltà. La barba lunga inoltre era una caratteristica tipica degli schiavi, di conseguenza gli uomini che non lo erano si guardavano bene dal non radersi il viso.
Per quanto riguarda l’Impero Romano, i peli lunghi erano indice di appartenenza alle classi sociali più basse e dunque tra i benestanti era diffusissima la pratica della depilazione.
Per farlo, si servivano di pinzette, pietre pomici, creme depilatorie e rasoi rudimentali. È in questo periodo che essere completamente depilate per le donne diventa indice di raffinatezza e purezza.
Insomma, la considerazione dei peli e i metodi per liberarsene sono cambiati più e più volte nel corso della storia, ma è nel 900 che arriva la svolta, almeno per quanto riguarda la depilazione femminile.
Se nel lontano 1760 era stato inventato il rasoio per la barba, dovremo aspettare fino al XX secolo per vedere fare capolino un rasoio che fosse adatto alle esigenze femminili.

È del 1915 il primo rasoio da donna, creato da Gillette. Nel 1940 poi, Remington inventa il primo rasoio elettrico da donna.
Ma è intorno agli anni ‘50 che depilarsi per le donne inizia a diventare obbligatorio, o quasi. A seguito della pubblicazione di una rivista femminile, che mostrava le ascelle completamente glabre della modella, depilarsi sotto le braccia diventò una pratica diffusissima e cominciò ad essere considerata o imposta come indispensabile.
Già durante gli anni ‘60/’70 cominciamo a vedere l’opposizione delle femministe, che rivendicavano il diritto ad uno stile più naturale e comunque non imposto dagli standard sociali.
Con la diffusione sempre maggiore del bikini e la progressiva riduzione delle sue dimensioni, negli anni ‘80 l’attenzione ai peli, che era passata dalle ascelle alle gambe con la novità della minigonna e delle calze di nylon, passa alla zona dell’inguine. Nasce la cosiddetta depilazione “brasiliana”, ossia integrale del pube e si diffonde senza tabù.
Leggi anche: Irsutismo pancia: la causa e le cure definitive.
Qualcosa è cambiato.
Gli standard di bellezza imposti alle donne, come dicevamo, hanno subito un’evoluzione tale per cui ciò che prima era normale, come avere i peli sulle gambe o le braccia, diventa sinonimo di poca igiene e trascuratezza.
Per sentirsi all’altezza dei nuovi canoni di bellezza, le donne si sono adeguate sempre più, fino ad interiorizzare quegli stessi canoni, facendoli propri.
Quasi tutte le donne, come pure gli uomini, associano infatti la pratica della depilazione all’idea di sensualità e femminilità.

Qualcosa sta cambiando.
Di recente però, stiamo assistendo ad una sorta di ribellione a questi standard estetici, che ci vogliono tutti omologati e pronti da incasellare.
La lotta agli standard di bellezza per le donne, tra l’altro spesso imposti dagli uomini, va di pari passo con la battaglia per ottenere la parità di genere.
Un altro valore fondamentale di questi ultimi anni, sebbene non manchino gli episodi scoraggianti, consiste nell’accettazione dell’altro e nel rispetto della libertà individuale di ognuno.
Tra queste libertà appunto, le donne rivendicano il diritto di scegliere per sé stesse cosa fare o non fare del proprio corpo, peli inclusi.
L’ascella al naturale diventa così simbolo di lotte politiche e sociali, che mirano ad accrescere l’inclusività e ad incoraggiare le espressioni individuali.
Per concludere.
La storia della depilazione femminile, come abbiamo visto, si è evoluta nel tempo, così come la società stessa ed i suoi standard.
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando depilarsi era una questione di sopravvivenza. La depilazione è passata infatti da essere uno stratagemma per avere la meglio in battaglia a rappresentare standard di pulizia e sensualità.
Se inizialmente le donne erano entusiaste di abbracciare i nuovi canoni di bellezza, col tempo hanno iniziato a sentirsi meno a proprio agio con l’idea di dover essere sempre perfette e in ordine.
Diciamocelo, depilarsi non è proprio una passeggiata come a volte può sembrare. Ci vuole tempo, costanza e spesso bisogna fare i conti col dolore e le piccole problematiche che ne derivano, peli incarniti e follicolite, per citarne alcuni.
Negli ultimi tempi, non sono mancate infatti manifestazioni di insofferenza da parte delle donne stesse, che attraverso gesti anche provocatori, stanno cominciando a rifiutare l’idea della donna come oggetto di compiacimento dell’uomo.
Insomma, tanta strada è stata fatta e tanta ancore ne resta da fare, ma una cosa è certa: il rapporto col proprio corpo è personale e nessuno ha il diritto di entrare nel merito delle scelte individuali di ognuno di noi.